Le Piccole e Medie imprese italiane potrebbero avere tanti vantaggi dalle polizze sulla tutela legale. E non lo sanno
(di Roberto Grasso, direttore generale e amministratore Das Italia, gruppo Generali – Milano Finanza)
Per una delle più di 150 mila piccole imprese italiane con meno di 20 addetti (oltre il 95% del totale), affrontare un contenzioso legale può essere assai traumatico non solo sul piano personale ma anche su quello economico, diventando spesso un ostacolo rilevante se non addirittura un motivo di blocco dell’attività. Ancora più complicata è la situazione dei liberi professionisti che nel nostro Paese sono circa 1,3 milioni. Il problema, per pmi e professionisti, non è solo avviare una vertenza legale, ma subirla per via del mancato rispetto di normative europee e nazionali sempre più stringenti, complesse e in continua evoluzione. In altri Paesi europei, Germania e Austria in testa, le imprese non strutturate con propri uffici legali, così come i liberi professionisti, per tutelarsi fanno ricorso alle polizze di tutela legale. In Italia si è ancora abbastanza indietro sia per scarsa cultura assicurativa sia perché manca la corretta
percezione dei rischi cui si va incontro. Sottoscrivendo, per poche centinaia di euro l’anno, una simile polizza, una piccola azienda si mette al riparo da eventuali problemi penali e amministrativa (per esempio in materia di sicurezza, ambiente, privacy ecc.) e anche da controversie contrattuali con fornitori, dipendenti o clienti. Esistono polizze costruite su esigenze specifiche: per l’artigiano, i dirigenti, il dipendente alla guida di mezzi aziendali, i liberi professionisti, l’impresa agricola o quella edile, l’albergo o il condominio, le scuole piuttosto che le associazioni. I dati di mercato evidenziano come la Germania rappresenta il 44,6% del mercato europeo delle polizze di tutela legale con 3,3 miliardi di euro di premi raccolti, distaccando Francia (13,1 %), Olanda (9,1 %) e Regno Unito (7,9%). Rilevanti i numeri dell’Austria che, con appena 8,5 milioni di abitanti (meno del 15% della popolazione italiana), assorbe il 6,2% del mercato europeo, contro il 3,7% appena del nostro Paese, che conta più di 60 milioni di residenti. Nel 2014 il comparto tutela legale ha totalizzato una raccolta premi di 356,6 milioni di euro, in aumento del 5,5% rispetto al 2013. Le più di 70 compagnie di assicurazione, di cui sette specializzate, in dieci anni hanno raddoppiato la raccolta. Tolto il Lussemburgo, dove la spesa pro-capite (2013) è di 65,7 euro, la nazione che spende in media di più in coperture di tutela legale è l’Austria con 57,70 euro a testa. Significativa anche la spesa media prò-capite in Svizzera (49,70 euro) Olanda (41,90 euro), Germania (40,80) e Belgio (39,40). Tutti Paesi non ingolfati da cause civili. Si scende poi ai 15 euro e poco più di Francia e Finlandia fino ai 9,3 euro del Regno Unito. L’Italia non va oltre i 4,9 euro pro-capite, a fronte di una media Ue di 14,2 euro.